Area Archeologica Di Via Cilicia

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00154 Roma RM, Italy

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Paolo Mattioli on Google

La zona posta di fuori della porta S.Sebastiano conobbe, a partire dall’età tardo antica, un totale cambiamento, laddove possibile, la trasformazione in tabernae delle strutture sepolcrali prospicienti la strada. Già a partire dagli anni ‘50/‘60 il collegamento tra via Marco Polo e via Cilicia , in corrispondenza dell’incrocio con la via Appia Antica , non trovò una soluzione adeguata che potesse risolvere contemporaneamente il problema pratico del traffico e quello paesistico – architettonico dell’attraversamento della via Appia Antica. Lo squarcio provocato dallo sbocco della via Cilicia sulla via Appia distruggeva la configurazione di spazio interno definito che la strada romana assume nel tratto precedente correndo tra due quinte di muri mentre il ponte della linea ferroviaria Roma – Pisa produceva un effetto di sbarramento. Negli anni ‘80, dopo aver esaminato varie proposte che prevedevano anche la possibilità del sottopasso della via Appia, l’Amministrazione Comunale di Roma scelse la soluzione di costruire un cavalcavia a doppio senso di marcia ed approvò la realizzazione del ponte progettato dall’ing. G.Musmeci. Lo scavo delle aree archeologiche lungo i due versanti della via Appia fu condotto dalla Soprintendenza Archeologica di Roma. Il sepolcreto portato in luce in quegli anni presenta varie fasi di utilizzazione dall’età repubblicana fino all’età tardo-antica, questa lunga attività si concretizza dal punto di vista archeologico in un caotico sovrapporsi di sepolture; l’unico elemento discordante è costituito da un grande basamento evidenziato sotto la sede stradale nel tratto disattivato di via Cilicia in cui si è ipotizzato di riconoscere "elementi connessi con il tempio di Marte che sorgeva fuori di Porta Capena". La zona posta al di fuori della porta S.Sebastiano conobbe, a partire dall’età tardo antica, un totale cambiamento che vide, laddove possibile, la trasformazione in tabernae delle strutture sepolcrali prospicienti la strada, mentre le aree più interne vennero convertite in zone di produzione artigianale e di trasformazione e lavorazione dei prodotti agricoli. Tutta questa attività industriale ed edilizia, operò un innalzamento progressivo del terreno e,conseguentemente, l’asse stradale della via Appia venne a trovarsi ad una quota più bassa rispetto al piano di campagna; fu cosi necessario realizzare dei muri di contenimento dei terreni agricoli lungo i margini della strada, prevalentemente coltivati a vigneto. Il ritrovamento di tratti di basolato nel 1948 e l’allineamento di alcuni sepolcri, ha permesso di ipotizzare il passaggio, nell’area a destra della via Appia, di un secondo asse viario antico da alcuni ritenuto un diverticolo dell’Appia, da altri invece la via Ardeatina che, uscendo dall’omonima posterla delle mura di Aureliano, si collegava con l’Appia probabilmente presso l’attuale via della Travicella
The area outside the Porta San Sebastiano, from the Late Antiquity onwards, underwent a complete change, where possible, into the tabernae of the sepulchral structures facing the road. As early as the 1950s and 1960s, the connection between Via Marco Polo and Via Cilicia, at the intersection with the Via Appia Antica, did not find an adequate solution that could simultaneously solve the practical problem of traffic and the landscape - architectural of crossing the Via Appia Antica. The tear caused by the via Cilicia opening on the Via Appia destroyed the configuration of internal space defined that the Roman road assumes in the previous section running between two walls of walls while the bridge of the railway line Rome - Pisa produced a barrier effect. In the 80s, after examining various proposals that also included the possibility of the via Appia underpass, the Municipal Administration of Rome chose the solution to build a two-way overpass and approved the construction of the bridge designed by Ing. G.Musmeci. The excavation of the archaeological areas along the two sides of the Via Appia was conducted by the Archaeological Superintendency of Rome. The burial ground brought to light in those years presents various phases of utilization from the Republican age up to the late-ancient age, this long activity is realized from an archaeological point of view in a chaotic overlapping of burials; the only discordant element is a large basement highlighted under the roadway in the disabled part of via Cilicia where it was hypothesized to recognize "elements connected with the temple of Mars that rose outside Porta Capena". The area located outside the Porta San Sebastiano, from the late ancient age, experienced a total change that saw, where possible, the transformation of the sepulchral structures facing the road into tabernae, while the inner areas were converted into zones of handicraft production and processing and processing of agricultural products. All this industrial and construction activity brought about a progressive elevation of the land and, consequently, the road axis of the Via Appia was located at a lower level than the ground level; it was thus necessary to build retaining walls for agricultural land along the roadside, mainly planted with vines. The discovery of basalt sections in 1948 and the alignment of some sepulchres, allowed to hypothesize the passage, in the area to the right of the Appian Way, of a second ancient road axis from some considered a diverticulum of the Appia, from others instead the Via Ardeatina that, coming out of the homonymous poster of the walls of Aureliano, connected with the Appia probably near the actual via della Travicella

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