Don Gnocchi - Hospice "S. Maria delle Grazie"

Su indicazione dell'ospedale territoriale ho accettato di trasferire un mio familiare presso questa struttura, perchè date le sue condizioni cliniche non era più possibile il suo rientro a casa, con noi, anche se lo desideravamo tantissimo e ci abbiamo provato in tutti i modi. Non nego una certa diffidenza iniziale, ma si sa che gli addetti ai lavori, quando diventano utenti fragili ed in difficoltà, sono i clienti peggiori. Tutti gli operatori hanno dimostrato competenza e professionalità, ma soprattutto comprensione e umanità nello stare accanto al dolore e alla sofferenza. La struttura consente di trovare la tranquillità dopo l'affanno della sofferenza iniziale, ed anche solo avere uno spazio e dei tempi che rispettano le esigenze delle persone e non solo quelle della massima resa lavorativa fanno la differenza e consentono di avvicinarsi alla separazione in un modo più dignitoso e rispettoso. Un sincero, anche se ancora doloroso, ringraziamento a tutti, per quello che hanno o non hanno fatto, ma soprattutto per come lavorano e per le persone che sono, lievi come una farfalla ma in grado di sostenere una montagna. grazie paola lissoni

Esperienza negativa : portata mia mamma dall'ospedale di Monza abbiamo avuto un colloquio prima con un medico che molto maleducata ci fa' presente (cosa se sapevamo già la gravità della malattia) che non era possibile fare un po' di fisioterapia cosa chiesta come piccolo aiuto ,poi viene visitata e come domanda chiede a mia mamma (dopo un mese di ospedale) che giorno fosse!!!! Assurdo e vergognoso.. medici inadeguati e inumani verso i parenti!! Come si fa' a tirare con forza e ancora in vita la dentiera del malato e gli anelli facendogli capire che sta per morire... mia mamma purtroppo e morta senza avere visto un medico noi parenti...intanto è una ruota che gira per tutti! Ringrazio solo il Don...e l"assistenza infermieristica...

L’esperienza avuta non e’ stata per nulla positiva: mio padre entra in hospice in condizioni gravi tali da poter vivere probabilmente almeno una settimana dato che era stato ricoverato x 10gg a vimercate. Arriva vigile, sveglio e con sufficiente appetito x per le sue condizioni e con terapie antidolorifica comprendente 2ml di morfina: entrato in camera, l’equipe della struttura lo ritiene gravissimo e agitato alche’ gli somministra 10ml di morfina+calmante! Da questo momento mio padre non parlera’ piu’, ne mangera’ ne sara’ piu’ vigile. 24 ore dopo era gia’ morto: ok essere consapevoli di un’accompagnamento alla morte ma qui sembra che sia stato proprio lanciato verso la sua fine. Se potete scegliete un’altra struttura....e questa solo la mia esperienza!

Tutto il vs personale ha accompagnato , a domicilio , gli ultimi giorni di mia moglie Giuseppina B. con professionalita' , gentilezza e amore sia verso l'inferma che verso i parenti. Il Signore che ha detto " quello che avete fatto agli altri l'avete fatto a me " li benedica tutti. GRAZIE dal piu' profondo del cuore Carmelo Galvagno

Non ringrazierò mai abbastanza tutto il personale e in particolare l'infermiera Barbara ...Matteo e tutto il resto del personale che ha seguito con cura e amore la mia Mamma nell'ultimo mese di vita .... Grazie con tutto il cuore

Sarò eternamente grata alla Fondazione Don Gnocchi e in particolare alla dott.ssa Riccardi e all’infermiera Rosy Scanziani. Hanno seguito la mia mamma nella sua malattia fino alla fine con umanità, dolcezza e professionalità. Sono state due angeli per lei e per tutti noi familiari.

Vorrei ringraziare tutto lo Staff dalla segreteria al personale avete curato il mio papà da quando è entrato fino al suo ultimo respiro , coccolato e fatto sentire come un ospite molto gradito non so come chiamarvi angeli o semplicemente persone che lavorano con il cuore in mano , parole che il mio papy Silvano diceva sempre queste persone si meritano tanto mi lavano e curano meglio di un bambino , oggi abbiamo detto addio al nostro papà e so che da lassù anche lui Vi ringrazia .

Pessima esperienza a dir poco. Mi ritrovo senza troppe spiegazioni a dover portare papà al centro hospice, sentenza tumore all’ ileo. Papà riusciva a sedare il suo dolore con tachipirina 500 quindi non era in fin di vita. Durante il colloquio con il medico del centro chiedo se è possibile portarlo a casa come è nella volontà anche di mio padre, dal momento che a 88 anni era ancora in grado di decidere. La dottoressa mi disse , non si lasci abbagliare perché se sente lui , si da un tono. Mi sento dire che se voglio bene a mio padre e’ giusto lasciarlo all hospice perché li ci sarebbero state tutte le cure di cui ha bisogno e che da un momento all altro si sarebbe potuto spezzare. Sono disperata e combattuta , ma mi convincono. È entrato sorridente e camminava ancora. Mentre L assistente sociale in tutta fretta mi fa vedere la stanza e me la descrive come se fosse una camera di un hotel con tanto di ampia terrazza, come se dopo averlo messo a letto e alzate le sponde per non farlo più scendere, potesse godere di questa meravigliosa terrazza. Osservo le urine nel catetere ed erano limpide. Purtroppo posso rimanere solo due ore al giorno ma sono state sufficienti per inquadrare il tutto. Io e le mie sorelle facciamo a turno pur di stare accanto a papà. TUTTE NOI NOTIAMO UN TOTALE ABBANDONO DA PARTE DEL PERSONALE NON UNA PAROLA GENTILE NON UN SORRISO, TRATTATO COME UN SACCO DA SISTEMARE ! Io personalmente chiamo due volte per aiutarlo a tirarsi su e non vengo ascoltata, finalmente arriva qualcuno e velocemente sposta il letto e da dietro Prende MIO PADRE PER LE BRACCIA RIVOLTANDOLE ALL INDIETRO CONFERENDOLE DOLORE lo tira su come neanche farebbe uno alle prime armi. Ma non avevano detto che se L avessi portato a casa si sarebbe spezzato?!?!?! NON HANNO NEPPURE AUSILI ADEGUATI, tipo le lenzuola CON LE MANIGLIE , E IN PIÙ MI SENTO DIRE DA UN OSS, ma guardi che non è vero che ha male !!! Un giorno mio padre mi disse LA VEDI QUELLA LÌ, SE POTESSE MI AMMAZZEREBBE. CHISSÀ PERCHÉ L AVEVAMO NOTATO ANCHE NOI. UMANITÀ ZERO. Neppure L acqua arrivava, e se arrivava come la lasciavamo la sera la trovavamo al mattino. per non parlare del cibo , brodaglia che neanche ad Auschwitz tipo brodo di pasta aglio olio e peperoncino tutti i giorni, Che vergogna !! NoN CAPISCO COME MAI CERTE PERSONE PARLINO BENE DI UN POSTO DEL GENERE. MIO PADRE HA VISSUTO DODICI GIORNI DI CALVARIO, MA NON PER I DOLORI MA PER SOLITUDINE TRISTEZZA E NOIA. PERSINO IL PARROCO NON HA AVUTO UNA PAROLA DI CONFORTO CON I FAMIGLIARI , Ci ha guardato e ha tirato dritto AGGIUNGO CHE IN FIN DEI CONTI NON HANNO FATTO NULLA DI PIÙ CHE NON SI POTESSE FARE A CASA SE NON ACCELLERARE IL TEMPI. Pensateci bene prima di portare i vostri cari in un posto simile. SCONSIGLIATISSIMO.