City of Atella

4.3/5 based on 8 reviews

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Address :

Piazza Matteotti, 1, 85020 Atella PZ, Italy

Phone : 📞 +9977
Postal code : 85020
Website : https://www.comune.atella.pz.it/
Categories :
City : Atella

Piazza Matteotti, 1, 85020 Atella PZ, Italy
V
Vito Zaccagnino on Google

C
Carmine Russo on Google

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Claudia Pasqualetti on Google

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Leonardo Caramia on Google

Solo vecchi
Only old people
m
maurizio placido on Google

Piccolo paesello lucano da cui ha avuto origine Rionero, da visitare i vicoli, gli scavi archeologici e le campagne limitrofe
Small Lucan village from which Rionero originated, to visit the alleys, the archaeological excavations and the surrounding countryside
D
Domenico Fortunato Cassese on Google

Atella, è un piccolo centro abitato nella Zona del Vulture. Proprio perché di dimensioni contenute ha una elevata vivibilità: è pulito e ordinato. È il paese che ha dato i "natali" a Rionero in Vulture quando, qualche centinaio di anni fa, causa la malaria alcuni abitanti si spostarono sotto le pendici del Vulture per sfuggire alla "pandemia" insediandosi stabilmente. Nella zona è il luogo ideale per vivere, anche perché in inverno la temperatura è sempre più elevata, di qualche grado, data la minore altitudine e ciò non guasta. Ad Atella, se trovi una casa nella "zona vecchia" , puoi fare a meno dell'auto anzi, è consigliato. Nei secoli è avvenuto un fenomeno inverso: tanti "rioneresi" sono tornati a vivere ad Atella. Nel paragone, infatti, il piccolo centro ha (nettamente) la meglio. Se vi riesce, comprate un vecchio immobile, ristrutturatelo e ...... Buona Vita ad Atella.
Atella, is a small town in the Vulture area. Precisely because of its small size it has a high livability: it is clean and tidy. It is the town that gave birth to Rionero in Vulture when, a few hundred years ago, due to malaria, some inhabitants moved under the slopes of the Vulture to escape the "pandemic" by settling permanently. In the area it is the ideal place to live, also because in winter the temperature is always higher, a few degrees, given the lower altitude and this does not hurt. In Atella, if you find a house in the "old area", you can do without the car indeed, it is recommended. Over the centuries an inverse phenomenon has occurred: many "Rioneers" have returned to live in Atella. In the comparison, in fact, the small town has (clearly) the better. If you can, buy an old property, renovate it and ...... Good Life in Atella.
A
Antonio Sperduto on Google

Sempre bella!
Always beautiful!
F
Francesco Gonnella on Google

Sebbene la sua fondazione sia datata al trecento, esistono alcune ipotesi che identificano un'origine ancor più antica del comune. Alcuni ritengono che Atella fosse stata fondata nel III secolo a.C.[senza fonte], da profughi provenienti dall'omonima città campana, o che fosse sorta sulle rovine di un'altra città (Celenna), menzionata dal poeta latino Virgilio nell’Eneide. Alcuni reperti, come una necropoli del IV secolo a.C. e un sarcofago d'epoca imperiale romana (oggi conservato nel Museo archeologico nazionale di Napoli), sembrano comprovare un'origine più antica di quella riconosciuta attualmente. Nei pressi della "Torre degli Embrici", scavi archeologici hanno riportato alla luce nel 2004 un insediamento agricolo-termale, risalente agli ultimi secoli prima di Cristo e occupato fino al tardo Medioevo. Una bolla di papa Eugenio III datata 1152 diede vita a "Santa Maria di Rivonigro", casale del feudo di Atella, a sua volta appartenente al vescovo di Rapolla. Tuttavia l'abitato è il risultato di un impianto di fondazione dalla forma scacchiera risalente tra il 1320 ed il 1330, a seguito di una riorganizzazione economico-sociale voluta dagli angioini. Giovanni d'Angiò, figlio di re Carlo II, nonché conte di Gravina e signore di San Fele, Vitalba ed Armaterra, promise l'esenzione dalle imposte per 10 anni a coloro che si sarebbero trasferiti nella città che stava sorgendo per suo volere. Questa proposta si rivelò vantaggiosa per tutti quei cittadini che erano stati impoveriti dalle continue guerre e oppressi dai pesanti tributi dei feudatari del Vulture e dintorni. Fu così che Atella venne popolata da gente proveniente perlopiù dalle zone di Rionero, Monticchio, Lagopesole, Agromonte, Balvano, Caldane, Sant'Andrea ed altri luoghi della zona. Sotto il governo angioino, Atella divenne un centro economico e militare molto importante, tanto da essere, a quel tempo, una delle città più ricche della Basilicata e, proprio per il suo crescente sviluppo, subì un notevole incremento demografico. La città venne dotata di mura e di un castello, il suo accesso era assicurato da due porte di cui al giorno oggi è rimasta solamente una, quella di San Michele. I prodotti atellani come cereali, formaggi e salumi venivano esportati nelle città più importanti del meridione e diversi atellani strinsero rapporti con alcune corti principesche italiane. Quest'epoca di pace e prosperità duro circa un secolo e per Atella si prospettò un progressivo declino, causa i ripetuti saccheggi, i continui passaggi da un feudatario all'altro e violente scosse sismiche. Nel 1423, la città divenne feudo di Giovanni Caracciolo mentre nel 1496 fu saccheggiata dall'esercito francese di Gilberto di Montpensier e conquistata nel 1502 dal generale aragonese Gonzalo Fernández de Córdoba dopo un assedio di circa 30 giorni. In seguito numerosi nobili ebbero in dote Atella, come Filippo Chalon nel 1530, Antonio de Leyva nel 1532 e altre famiglie come i Capua, i Gesualdo e i Filomarino. Il comune venne seriamente danneggiato dal terremoto del 1694 che rovinò gran parte del patrimonio urbano, soprattutto il castello, di cui rimane, al giorno d'oggi, solamente la Torre Angioina. Il sisma costrinse anche molti abitanti della cittadina a trasferirsi a Melfi che, seppure anch'essa danneggiata, presentava migliori condizioni di vivibilità. Nel 1851 ci fu un altro sisma che quasi distrusse il paese. Nel periodo dell'unità d'Italia, Atella partecipò attivamente al brigantaggio post-unitario che interessò gran parte della Basilicata. Circa un centinaio furono gli atellani coinvolti nelle rivolte brigantesche successive al 1861. Il maggior rappresentante del brigantaggio atellano fu Giuseppe Caruso, luogotenente di Carmine Crocco, che poi tradì il suo capo dopo essersi costituito alla Guardia Nazionale Italiana.
Although its foundation dates back to the fourteenth century, there are some hypotheses that identify an even older origin than the municipality. Some believe that Atella was founded in the 3rd century BC [source], from refugees from the homonymous city of Campania, or that it arose on the ruins of another city (Celenna), mentioned by the Latin poet Virgil in the Aeneid. Some finds, such as a necropolis from the 4th century BC and a sarcophagus from the Roman imperial period (now preserved in the National Archaeological Museum of Naples), seem to prove an older origin than that currently recognized. Near the "Torre degli Embrici", archaeological excavations have brought to light in 2004 an agricultural and thermal settlement, dating back to the last centuries before Christ and occupied until the late Middle Ages. A bull of Pope Eugene III dated 1152 gave birth to "Santa Maria di Rivonigro", a hamlet belonging to the fief of Atella, which in turn belonged to the bishop of Rapolla. However, the town is the result of a chessboard-shaped foundation plant dating back to between 1320 and 1330, following an economic-social reorganization wanted by the Angevins. Giovanni d'Angiò, son of King Charles II, as well as Count of Gravina and lord of San Fele, Vitalba and Armaterra, promised exemption from taxes for 10 years to those who would have moved to the city that was rising by his will. This proposal proved to be advantageous for all those citizens who had been impoverished by the constant wars and oppressed by the heavy taxes of the feudal lords of the Vulture and surroundings. So it was that Atella was populated by people coming mostly from the areas of Rionero, Monticchio, Lagopesole, Agromonte, Balvano, Caldane, Sant'Andrea and other places in the area. Under the Angevin government, Atella became a very important economic and military center, so much so that it was, at that time, one of the richest cities in Basilicata and, due to its growing development, suffered a considerable demographic increase. The city was equipped with walls and a castle, its access was ensured by two doors that day now remained only one, that of San Michele. Atellan products such as cereals, cheeses and cured meats were exported to the most important cities of the south and several Atellans had relations with some Italian princely courts. This era of peace and prosperity lasted about a century and for Atella there was a gradual decline, due to the repeated looting, the continuous passage from one feudal lord to another and violent seismic shocks. In 1423, the city became a fief of Giovanni Caracciolo while in 1496 it was sacked by the French army of Gilberto of Montpensier and conquered in 1502 by the Aragonese general Gonzalo Fernández de Córdoba after a siege of about 30 days. Later, many nobles were given as dowry by Atella, such as Filippo Chalon in 1530, Antonio de Leyva in 1532 and other families such as the Capua, the Gesualdo and the Filomarino. The town was badly damaged by the earthquake of 1694 which ruined much of the urban heritage, especially the castle, which is, nowadays, only the Angevin Tower. The earthquake also forced many inhabitants of the town to move to Melfi which, although also damaged, presented better living conditions. In 1851 there was another earthquake that almost destroyed the town. In the period of the unification of Italy, Atella actively participated in the post-unit brigandage that affected most of Basilicata. About a hundred were the Atellans involved in the banditry revolts after 1861. The greatest representative of Atellan brigandage was Giuseppe Caruso, Lieutenant of Carmine Crocco, who then betrayed his boss after he had joined the Italian National Guard.

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