Verzura Dr. Paola

molto maleducata, chiedi una banale informazione risponde malissimo. ---- dopo 3 giorni che ho messo la recensione qualcuno cerca di nascondere lo sporco sotto il tappeto, fammi indovinare un parente ? :D

Non sa ascoltare i pazienti...sono andato da lei con un gonfiore sulla schiena e un dolore pazzesco e ho detto di non aver fatto sforzi e quindi non era un semplice mal di schiena. Mi ha prescritto rilassante muscolare e chiesto RX... Alla sera dello stesso giorno sono dovuto andare dal pronto soccorso perché non sopportavo il dolore e avevo la febbre... la diagnosi:cisto pilonidale

Persona impossibile, ho assecondato ogni sua pretesa per far capire che non sono un paziente esigente, ma tutto inutile. Mai una telefonata che andasse liscia, scortese e lunatica. Restia a prescrivere farmaci e/o banali controlli. Tratta chiunque come uno scolaretto indisciplinato. Orari limitatissimi sia per le visite sia per prenotarle. Secondo lei tutti i suoi pazienti (che a questo punto credo siano pochi), per fissare un appuntamento, devono telefonare tra le 8.00 e le 9.30 dal martedì al venerdì.

Di seguito la mia esperienza. Ho chiamato diverse volte al numero indicato per concordare un appuntamento con la dottoressa (sia al cellulare che al fisso nell’orario indicato tra le 8:00 e le 9:30). Non avendo ricevuto nessuna risposta alle mie chiamate, decido di recarmi presso il suo studio medico senza la prenotazione. Arrivato mi si è palesata la seguente situazione: nello studio lavorano due dottoresse, ma la sala di aspetto è la stessa per entrambe; non esiste nessun numero di prenotazione. Non esiste una segreteria. Nello studio si recano sia pazienti per la solo visita, sia pazienti per il solo ritiro delle ricette. Tale situazione crea molta confusione. Tra una visita e l’altra si “inseriscono” i pazienti per il ritiro delle ricette... creando ritardi ai pazienti con la prenotazione. Non essendoci la prenotazione per il ritiro delle ricette, solo coloro che sono più lesti e furbi, riescono ad “inserirsi” tra una visita e l’altra. I più educati rimangono tagliati fuori e sono costretti ad aspettare la visita successiva. In questa situazione, con spirito combattivo, decido di provare tra le varie visite ed i vari ritiri di ricette di parlare con la dottoressa. Ci riesco! Provo a parlarLe, mi guarda, ed irritata subito mi zittisce dicendomi che io non l’ho chiamata, e che quindi devo attendere. Respiro, e decido di attendere. Passa mezz’ora circa, riprovo e le chiedo se posso essere visitato. Questa volta mi urla, dicendomi che devo attendere coloro i quali hanno la prenotazione. Supplicante, con testa chinata, mi reco presso una signora che aveva la prenotazione, e le chiedo se posso passarle davanti; la signora, con compassione cristiana, sorridente, acconsente! Arrivato il mio turno, entro nel suo studio, La vedo, e subito, con tono irritato, sottolinea che lei mi sta facendo un favore... per un’ urgenza...(???) Io con spirito taoista le spiego il motivo della visita. Le dico che ho una dermatite da curare. La parola DERMATITE ha raddoppiato i decibel della sua successiva risposta. La sua irritazione si è trasformata in IRA FUNESTA. Motivazione: la dermatite non è da considerarsi un’urgenza! Rimango pietrificato, avevo difronte a me la medusa di Caravaggio. Faccio finta di niente, e le dico che avrei anche bisogno delle medicine che di solito mi prescrive il dermatologo. Non l’avessi mai detto!! La dottoressa si alza dalla sedia, si avvicina me, e con gli stessi decibel di prima, mi dice, che lei non è lì per prescrivere le medicine!!! Rimango attònito, interrogandomi su dove fossi finito; ed anche con la bocca leggermente socchiusa, tanto ero lo stupore. Decide di visitarmi, mi chiede di spogliarmi. Rimango a torso nudo. Non è sufficiente. Mi chiede di togliermi i pantaloni. ? Divertito, eseguo il suo ordine. Controlla con molta attenzione tutti i nei del mio corpo. Mi ordina di fare una visita da un dermatologo, senza prescrivermi nessuna medicina. Acconsento mestamente alla sua volontà. Mi saluta e mi augura buone feste, dicendomi che lei sarà sempre disponibile a visitarmi, ad un’unica condizione: AVERE LA PRENOTAZIONE. Elettrochoccato, dopo 2 ore nel suo studio decido di eclissarmi per sempre.