Studio Legale Avv. Micele Milena

Innanzi la decisione di porre il libertà il reo Occhipinti,macchiatosi di delitti orrendi, considerato il ruolo di privilegiato appartenente alla forze dell'ordine,ho appreso con vivo e desolato rammarico della adozione del provvedimento succitato,in quanto lo ritengo una forzatura e spropositata interpretazione delle norme giuridiche che sottendono i principi, surrettizi che vincolano le norme del regime di semilibertà, ANCHE nella considerazione,del ravvedimento del recluso, perché ciò potrebbe rappresentare un precedente, che potrebbe rivelarsi un domani un boomerang, difficilmente comprensibile soprattutto dalla folta schiera di parenti diretti e indiretti,che provano sulla loro pelle il rivivere di drammatiche e strazianti immagini,che toccano inevitabilmente le corde già messe a dura prova dalla perdita improvvisa di un loro caro, suscitando sentimenti di sconcerto e rabbia. Anche per le persone come il sottoscritto,che conosceva la guardia giurata, essendo un suo amico, tutto ciò non fa per nulla piacere ed irretisce e mortifica gli animi. Nella giurisprudenza moderna,vi sono correnti di pensiero,che pongono una serie e accurata riflessione sulla possibilità che taluni provvedimenti, rasentino una forma di eccessiva clemenza, ancorché indulgenza, nella fattispecie, perché il confine è talmente sottile e si presta a molteplici interpretazioni,di carattere procedurale,che talvolta possono sembrare capziose e sbilanciate. Vi è solo da sperare,che la scelta addottata, Possa rivelarsi sensata e oculata, perché non oso immaginare,che per un qualsivoglia bizzarro ed imprevedibile frangente,si dovesse verificare il presupposto della imponderabilita',per cui tutto potrebbe essere messo in discussione e le campagne denigratorie e i detrattori, avrebbero gioco e spianata facile. Della vicenda della uno bianca,che inevitabilmente riportava indietro la memoria gli attacchi e le rappresaglie di matrice terroristica,mi scandalizzò e impressionò il modus operandi delittuoso,per un attimo sembrava riaffiorare,quel clima di impotenza e raccapricciante disgusto che caratterizzò gli anni di piombo,intrisi di violenza squilibrata, insensata, schizofrenica, frutto di una demonizzazione di un periodo farraginoso, dove lo scontro delle classi sociali, trovava l'humus,il terreno fertile nelle aggressioni e gli agguati sparagnini. La sensazione che quel tristissimo periodo potesse ritornare lo percepii alquanto veemente e i presupposti sembravano indurre e propendere per una matrice anarchico-insurrezionalista, considerati gli obbiettivi talmente differenti,che non avevano un legame stringente e afferente, Poi alla notizia che i veri responsabili degli efferati crimini erano rappresentanti delle forze dell'ordine,fu un fulmine a ciel sereno,che destò scalpore e grande clamore nella opinione pubblica, soprattutto,per tutti coloro che nutrono e considerano i tutori dell'ordine,degli insormontabili baluardi della legalità, individui cui rivolgersi nel momento propizio del pericolo e della difesa del bene democratico. Sapere che tutto ciò era stato violato con una condotta delinquenziale così efferata, credo non sia stata metabolizzata per diverso tempo dalla collettività, QUEL periodo è stato il punto più basso toccato dal comparto delle Forze dell'ordine e non so perché,ma qualcosa dopo di allora sembra si sia rotto,perché lo stupore e l'incredulità di venire a conoscenza che coloro che personificano i buoni per antonomasia,si fossero sostituiti ai cattivi della criminalità organizzata, gettò nel più profondo sconforto e rassegnata desolazione la maggioranza della opinione pubblica.