Museo Diffuso Civiltà Messapica - Mura ciclopiche messapiche
4.5/5
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based on 8 reviews
Contact Museo Diffuso Civiltà Messapica - Mura ciclopiche messapiche
Address : | Piazza F.lli Cervi, 2, 73020 Cavallino LE, Italy |
Phone : | 📞 +987 |
Postal code : | 73020 |
Website : | http://www.comune.cavallino.le.it/ |
Categories : |
Museum
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City : | Cavallino |
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Karol Longo on Google
★ ★ ★ ★ ★ Bellissimo per chi ama la storia, un pò scomodo da attraversare
Beautiful for those who love history, a bit uncomfortable to cross
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Maurizio Montinaro on Google
★ ★ ★ ★ ★ Soltanto visto da fuori dal recinto perché non si può accadere per mancanza di personale
Only seen from outside the fence because it cannot happen due to lack of personnel
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Mario Calogiuri on Google
★ ★ ★ ★ ★ Perche in qiei posti guardando quelle mura .ti fa tornare in dietro nel tempo e ti fa immaginare la storia che ce nel nostro passato e come vivevano i nostri antenati.
Because in these places, looking at those walls, you go back in time and make you imagine the history of our past and how our ancestors lived.
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massimiliano pagliuchi on Google
★ ★ ★ ★ ★ volendo conoscere la storia di questa terra nn si può nn visitare questo museo primo esempio di urbanizzazione e fortificazione di una città....le radici messapiche della nostra terra... imperdibile....
wanting to know the history of this land nn you can not visit this museum first example of urbanization and fortification of a city .... the Messapian roots of our land ... unmissable ....
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Cecilia Albano on Google
★ ★ ★ ★ ★ Luogo ricco di storia, percorsi tra gli scavi archeologici facili da seguire perchè ben tracciati. Possibilità di avere una guida. Bello da visitare con i bambini
A place rich in history, paths among the archaeological excavations that are easy to follow because they are well traced. Possibility to have a guide. Nice to visit with children
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fra Arcangelo on Google
★ ★ ★ ★ ★ Questo luogo custodisce un pezzo di storia Salentina risalente alla civiltà Messapica.
Da decenni nota come "zona archeologica" nel comune di Cavallino, intorno agli anni '2000 è stata recintata e riqualificata come "Museo diffuso", in cui gli scavi proseguono a cura della Università del Salento.
This place holds a piece of Salentine history dating back to the Messapian civilization.
For decades known as the "archaeological zone" in the municipality of Cavallino, around the 2000s it was fenced and redeveloped as a "widespread museum", in which excavations continued by the University of Salento.
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Kaffenback on Google
★ ★ ★ ★ ★ Dal sito dell'Università : L’impianto della città arcaica, a cui appartiene la fortificazione, si sovrappone ad insediamenti di epoca precedente. Il primo, che dai dati oggi disponibili sembra essere in gran parte concentrato nell’area settentrionale della zona archeologica, è costituito da un villaggio di capanne dell’età del Bronzo (XVI-XV sec. a.C.), in parte tagliato dallo scavo del fossato di età arcaica. Per un lungo arco di tempo l’area viene abbandonata. Nell’VIII secolo a.C. si assiste ad una rioccupazione del sito, con la costruzione di capanne a pianta ovale o absidata, sparse in quasi tutta l’area che verrà in seguito occupata dall’abitato di età arcaica. Con la costruzione della cinta fortificata alla metà del VI secolo a.C., l’abitato di Cavallino assume caratteri che sono stati definiti protourbani. L’area interna della città è solcata da una serie di assi stradali che sembrano convergere dalle varie porte aperte nella fortificazione verso una grande area centrale all’insediamento, interpretata come grande piazza pubblica. Poco distante una grande depressione naturale del terreno (probabilmente una dolina) forma una specie di bacino naturale (la zona oggi chiamata Cupa), verso cui convergono molte delle canalizzazioni di drenaggio, in parte scavate nel banco roccioso e in parte costruite con blocchi di calcare. Particolare importanza sembra avere l’asse viario che taglia la città da Nord a Sud, partendo dalla porta di Nord Est. Lungo gli assi stradali si dispongono i quartieri di abitazione; a volte le case si affacciano sulle strade con una certa regolarità (fondo Pero, fondo Sentina), mentre in altri casi le strade sembrano dividere delle aree in cui gli edifici si dispongono attorno a degli spazi aperti, senza seguire alcun criterio di ortogonalità (fondo Casino). Forse in questi quartieri continuavano a vivere gruppi familiari unitari, veri e propri clan, che disponevano le loro abitazioni in uno spazio comune, probabilmente gravitante intorno alla residenza del personaggio più importante del gruppo. Il rinvenimento di alcuni frammenti di elementi architettonici decorati, in calcare locale, permette di ipotizzare la presenza, all’interno della città, di edifici di carattere pubblico o cultuale. L’abitato arcaico di Cavallino, al momento della sua massima espansione, viene improvvisamente colpito da una grave crisi che ne provoca un rapido abbandono, entro il primo trentennio del V secolo a.C. Tutto fa pensare ad una distruzione violenta dell’insediamento: le mura di fortificazione sono distrutte e rovesciate all’interno del fossato, stesso luogo dove vengono gettati i cippi, dopo essere stati spezzati volontariamente; i muri delle abitazioni recano tracce di bruciato, le cisterne vengono riempite di pietre in modo da non poter più essere utilizzate. Da questo momento in poi nell’area sono attestate solo sporadiche frequentazioni (tra V e III secolo a.C.), rappresentate dalla presenza di sepolture scavate nei crolli delle abitazioni di età arcaica, che indicano come ormai la città fosse abbandonata e dovesse far parte del territorio dei centri vicini come Rudiae e Lupiae.
From the University website: The layout of the archaic city, to which the fortification belongs, is superimposed on previous settlements. The first, which from the data available today seems to be largely concentrated in the northern area of the archaeological area, consists of a Bronze Age hut village (16th-15th century BC), partly cut by the excavation of the moat of archaic age. For a long period of time the area is abandoned. In the eighth century BC there is a re-occupation of the site, with the construction of huts with an oval or apsidal plan, scattered throughout almost the whole area which will later be occupied by the town of archaic age. With the construction of the fortified walls in the mid-sixth century BC, the town of Cavallino takes on characteristics that have been defined as protourban. The inner area of the city is furrowed by a series of road axes that seem to converge from the various open doors in the fortification towards a large central area of the settlement, interpreted as a large public square. Not far away, a large natural depression in the ground (probably a sinkhole) forms a kind of natural basin (the area today called Cupa), towards which many of the drainage channels converge, partly excavated in the rocky bank and partly built with limestone blocks. . Particular importance seems to be the road axis that cuts the city from North to South, starting from the North East gate. The residential quarters are arranged along the road axes; sometimes the houses face the streets with a certain regularity (Fondo Pero, Fondo Sentina), while in other cases the streets seem to divide the areas in which the buildings are arranged around open spaces, without following any orthogonality criterion (background Casino). Perhaps in these neighborhoods unitary family groups continued to live, real clans, who arranged their homes in a common space, probably gravitating around the residence of the most important person in the group. The discovery of some fragments of decorated architectural elements, in local limestone, allows to hypothesize the presence, inside the city, of public or cult buildings. The archaic village of Cavallino, at the time of its maximum expansion, was suddenly hit by a serious crisis that caused it to quickly abandon itself, within the first thirty years of the fifth century BC. Everything suggests a violent destruction of the settlement: the fortification walls are destroyed and overturned inside the moat, the same place where the stones are thrown after having been voluntarily broken; the walls of the houses bear traces of burning, the cisterns are filled with stones so that they can no longer be used. From this moment on, only sporadic visits (between the fifth and third century BC) are attested in the area, represented by the presence of burials excavated in the collapses of houses of the archaic age, which indicate that the city was now abandoned and should be part of the territory of nearby towns such as Rudiae and Lupiae.
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giuliano rizzo on Google
★ ★ ★ ★ ★ Vasto parco archeologico, 69 ettari con testimonianze che vanno da 2500 anni a.C. fino al secolo scorso. ideale per passeggiate con bambini e cani, all'interno tante panchine lungo i lunghi sentieri che attraversano il parco, 2 torrette per guardare dall'alto e parcheggi per bici. l'ingresso è libero, ma la struttura è decisamente troppo trascurata, gli scavi incompleti. se non fosse per i frequentatori abituali che contribuiscono a mantenerlo pulito lo stato di abbandono in cui versa sarebbe più evidente...
Vast archaeological park, 69 hectares with evidence ranging from 2500 years BC. until the last century. ideal for walks with children and dogs, inside there are many benches along the long paths that cross the park, 2 towers to look from above and parking for bikes. the entrance is free, but the structure is far too neglected, the excavations incomplete. were it not for the regulars who help keep it clean, the state of abandonment in which it is located would be more evident ...
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