C.I.S. Centro Italia Soccorsi

Non consiglio come posto di lavoro anzi.....la parola del titolare non ha alcun valore, si nega al telefono lo salva solo la sua buona chiacchiera che può incantare i più giovani ma non chi ha più esperienza di lui.in compenso buoni colleghi.

Ringrazio il nome falso Mariasole Candido che cerca di screditarmi ...io nn ho mai parlato con lei e i colleghi la mandano a salutare e la ringraziano per essere stati valutati buoni anche se nn l'hanno mai vista ne conosciuta.ci farebbe piacere a tutti se passasse in azienda per ringraziarla di persona così magari la conosciamo... Che tristezza..Un saluto immenso da tutti noi..la aspettiamo con piacere... Dimenticavo una cosa importante..tutto trasmesso gia alla Polizia Postale .. Nn vedo l'ora di conoscere la bella faccia di questa persona..

Mi dispiace che solo a distanza di molti giorni (quasi 2 mesi) solo oggi riesco a scrivere il mio pieno ringraziamento per l'intervento del 29 dicembre 2018 a Roma in via G.R. Bencivenga. L' ambulanza con a bordo i sigg.ri Luca D'Antonio e Rocco Fusco sono stati professionali e pieni di sensibilità nei miei riguardi per quanto accaduto anche se non si presentava una circostanza grave. Complimenti e ancora grazie.

Mi sono rivolto al servizio di ambulanze private del Centro Italia Soccorsi (C.I.S.) per il trasporto di un paziente dall'ospedale di Cassino (FR) presso la sua abitazione sita in Cassino (FR) alla via E. De Nicola. Il servizio offerto non è stato purtroppo di mio gradimento. Il personale intervenuto per il trasporto era, infatti, composto di sole due persone. Ciò comportava che, per il trasporto del paziente all'interno della propria abitazione, si rendeva necessario a più riprese l'aiuto dei parenti al fine di sollevarlo e trasferirlo dal piano terra al primo piano. Il personale chiedeva, poi, l'ausilio ancora dei parenti per trasportare la bombola di ossigeno all'interno dell'abitazione, in quanto essendo loro impegnati, ed essendosi presentati in sole due persone, non erano materialmente in grado di sostenere anche il peso (importante) della bombola. Ma veniamo alle dolenti note: il paziente è stato trasportato dall'interno dell'ambulanza all'interno del portone, in barella. Ma, non ho capito il motivo, giunti nel portone di casa, il personale decideva di trasportarlo al piano superiore (ove si trovava la sua abitazione) all'interno di un poco rassicurante telo in plastica, in maniera maldestra, goffa e indecisa, nonostante l'ausilio costante dei parenti dell'infermo che, dietro espressa richiesta del personale, si vedevano costretti ad attivarsi per supportare il personale nel sostenere il peso del trasportato (pochi giorni prima, al contrario, il 118 portava il medesimo paziente all'interno della propria abitazione con la barella, a riprova che fosse operazione possibile). Dopo qualche minuto di tribolazione il paziente veniva, in maniera ondeggiante e goffa, posizionato all'interno del proprio letto, ma durante i vari movimenti per sistemare le flebo, uno dei due membri del personale C.I.S. urtava maldestramente la bombola d'ossigeno che fragorosamente cadeva a terra, mentre il paziente versava in condizioni di salute molto, molto gravi. I due membri del personale CIS provvedevano poi a collegare la bombola d'ossigeno al paziente, ma commettendo un errore: collegavano infatti la bombola al naso del paziente in via diretta, senza utilizzare la boccetta di acqua prevista (che regolarmente la farmacia presso cui avevamo acquistato la bombola ci aveva fornito), portando al paziente una vistosa, spiacevole e fastidiosissima secchezza della bocca. Servizio altamente sconsigliato.